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“10 gennaio 1942: circola la barzelletta un po’ triste: se perdiamo siamo perdenti, [ma] se vinciamo
siamo perduti.”
[tratto da P. Chiodi, Banditi, Einaudi, 1975]
Non era certo un'Italia quella che usciva dal Risorgimento
e forse non lo è stata nemmeno durante il novecento
tra nord e sud, notabilato, clero e contado
se lo Stato è stato uno tutto il resto restò lacerato
il colpo finale fu una guerra mondiale
poi la rivoluzione russa che fece tremare
il mondo liberale e il re che aprirono al dittatore
che finse quell'unità usando propaganda e terrore
è alla fine di quell'errore che inizia questo racconto
quando un secondo scontro coinvolse tutto il mondo
quella storia la imparammo tutti sui banchi di scuola
ma su ciò che venne dopo chi può dire l'ultima parola?
Tutto inizia con la caduta del “duce”
un evento spesso frainteso come un mero voto di sfiducia
e non due tele differenti parallele e convergenti
di Vittorio Emanuele e i fascisti più opportunisti
entrambe conseguenti allo sbarco dei soldati Alleati
e il rischio di essere trattati da nemici nei trattati
dopo l'arresto del duce governa Badoglio
insieme ai vertici militari nel consiglio del re Vittorio
gli stessi che poi firmaron l'armistizio di settembre
e fuggirono con il re da Roma invece di difenderla
dai nazi che occupavano l'Italia
morirono migliaia a Cefalonia e in ogni altra rappresaglia
mentre il generale Roatta annota come si mangia e dorme
lamenta che dopo la fuga è senza uniforme
ma anche l'Italia ormai non è più uniforme
il suo esercito è dissolto e il territorio suddiviso in due dal fronte
il nord dello stivale
occupato dai nazi e dato al duce liberato lo chiamarono "Repubblica Sociale"
ma fu lo Stato che col bando Graziani
arruolò soldati mandati contro altri italiani ossia i partigiani
le Brigate Garibaldi comuniste
le Fiamme Verdi cattoliche e Giustizia e Libertà le azioniste
un movimento vario ben poco unitario
tra chi vuol insurrezione e chi solo liberazione uniti contro l'avversario
che li obbliga a nascondersi sui monti
protetti dai contadini ma sempre pronti agli scontri
o scovati per delazioni, torturati e fucilati
ed esposti in pubblico per tenere gli altri ben sedati
come in piazzale Loreto a Milano agosto '44
quindici cadaveri esposti dopo il misfatto
per questo fu proprio lì che la vendetta partigiana
nella stessa piazza fece "macelleria messicana"
tornando al '43 sono in tanti disorganizzati
partigiani e soldati, questi ultimi abituati
alla logica della guerra e non quella della guerriglia
e come a S. Martino perde chi si stringe in poche miglia
alcuni vogliono formare un esercito unito
ma ogni attesa offre tempo al nemico che mette in atto un eccidio
non si contano violenze e casi di vita sofferta
ad ogni azione scoperta come Roma Città Aperta
ma è questa esperienza che seleziona la Resistenza
e la prima fase è dedicata alla sopravvivenza
saccheggi e assalti a depositi di armi e carburante
solo in primavera per la guerra sarà rilevante
intanto a fianco alla resistenza armata
cresce la resistenza di fabbrica che è sempre più organizzata
nel marzo ‘44 lo sciopero generale
è un primo segnale ma è ancora l'aurora e finisce male
gli alleati approvano la resistenza sospettosi
anche perché i comunisti sono sempre più numerosi
e passato l'inverno proprio il PCI con la svolta di Salerno
accetta il re e Badoglio ed entra nel Governo
nel mentre a Montecassino i nazisti resistono
e sopra la linea continua il rastrellamento terroristico
in via Rasella a Roma è partigiana la strage
terribile e audace che rende l'aquila ancor più rapace
per ogni morto ben 10 prigionieri fucilati
Fosse Ardeatine: 335 sterminati
poi a giugno Roma vien liberata dagli alleati
e ad agosto Firenze insorge senza e prima dei soldati
fu un’estate di avanzate e di crescita partigiana
nascevano anche Repubbliche come quella Ossolana
destinate a fine estate a crollare col contrattacco
come l'illusione di vincere nel '44
si stava come d'autunno sugli alberi foglie
ma credendo che il vento fischiasse e di essere alle soglie
di un avvenire che non è mai venuto
e in quell'autunno il fischio è stato poi strozzato e tutto è rimasto muto
Salò iniziò a creare reparti speciali
come il RAP ossia Repressione Anti Partigiani
sempre più terrore e piani più violenti
e così l'appoggio contadino diminuisce dopo i rastrellamenti
gli alleati a Bologna a novembre si fermano
e col proclama di Alexander le guerriglie terminano
mancano i fondi, molti lasciano i monti, tristi
e giù in città affrontano i rischi dei gappisti
ma il CLN vien riconosciuto
dal Governo a sud anche se gli alleati in cambio dell'aiuto hanno già ottenuto
la conferma che alla fine i partigiani deporranno le armi:
ciò che in Grecia non è avvenuto
e così dopo il tramonto ritorna una nuova aurora
con la primavera la Resistenza rinasce ancora
questa volta con molti più componenti
e l'avanzata alleata e i moti del popolo divampan come incendi
nelle metropoli vengon occupati gli impianti, salvandoli
dai nazisti tra sogni ben presto infranti
di consigli di gestione, epurazione, esproprio e collettivizzazione
la forza cresce insieme all'illusione
è in questo clima che avviene l'insurrezione
l'unico evento italiano in cui al centro c'è la popolazione
che ha rischiato la vita non solo per la libertà
ma per quella giustizia che mancava fin dall'unità.
"No, è troppo, i partigiani li mitizzi, ne elimini i vizi
pensa all'eccidio di Porzus in cui le brigate Osoppo
social-cattoliche e italiane
attaccate da brigate comuniste asservite alle Jugoslave
persero ben 17 partigiani
lì il vile traditor fu quello che tu rendi un mito: il comunismo e Tito
e nessuno pagò per quei reati
ora capisci perché fu Togliatti a salvar criminali amnistiati?"
No, tu guardi le foglie e perdi l'albero
il bilancio non va falsato da un caso isolato per quanto barbaro
in fondo: se l'amnistia fosse slava ed anti-italiana
come mai fu estesa con l'egemonia democristiana?
Tu confronti e confondi casi singoli
con un Armadio della vergogna con 700 fascicoli
impuniti li trovi in tutti i partiti
ma a compiere gesti atroci per vent'anni non sono stati "i miei miti"!
"Ma allora avevo ragione, tu non fai storiografia
per te i partigiani sono eroi di una mitologia
mi stupisci: che caduta di stile
per chi ama la filosofia giustificar l'omicidio Gentile!"
Ah tu credi forse che essendo solo verbali
le violenze dei filosofi sian meno criminali?
Ma anche le parole sono manganelli
se elogiano i manganelli, è ciò che dimenticò Montanelli
in ogni caso nessuno nel CLN lo ordinò
ogni partito escludendo il PCI lo deplorò
ma sarà proprio la fiducia nella giustizia legale
a render poi l'epurazione poco più che un'illusione
la prima inchiesta sull'8 settembre ha un vizio
si indaga sulla mancata difesa di Roma ma non sull'armistizio
limite posto da mani
che non vogliono forse sporcar l'immagine degli angloamericani?
Ma Roatta fugge prima di esser condannato
e poi negli anni della guerra fredda il suo caso viene archiviato
e così finiron nel niente
i processi per i fratelli Rosselli, i crimini di guerra e quell’8 settembre
rimosso come le donne partigiane
escluse dalle sfilate finali come dalla storia ufficiale
col fascismo non era certo crollato il patriarcato
e nemmeno il fascismo in fondo è stato del tutto estirpato
in ogni caso, se anche nell'insurrezione
la folla è stata guidata da un'illegale legge del taglione
io non evoco un tribunale hegeliano
ma non è di certo un caso se il “triangolo della morte” è emiliano
dove lo squadrismo agrario aveva represso i braccianti
le vendette illegali continuarono anche più avanti
ma questa è un'altra storia in cui il piombo ce l'hanno in tanti
anche la polizia che spara sui manifestanti!
“(...) Un terribile pensiero mi prende. Perché mi sono impegnato in questa lotta? Perché sono qui
quando tanti più sani e forti di me vivono tranquilli sfruttando la situazione in ogni modo? Ripenso
alla mia vita di studio, al mio lavoro su Heidegger interrotto. Perché ho abbandonato tutto questo?
Mi ricordo con precisione: una strada piena di sangue e un carro con quattro cadaveri vicino al
Mussotto. Il cantoniere che dice: - È meglio morire che sopportare questo -. Sì, è allora che ho
deciso di gettarmi allo sbaraglio! Avevo sempre odiato il fascismo ma da quel momento avevo [ho]
sentito che non avrei più potuto vivere in un mondo che accettava qualcosa di simile, fra gente che
non insorgeva pazza di furore, contro queste belve. Una strana pace mi invade l’animo a questo
pensiero. Ripeto dentro di me: «Non potevo vivere accettando qualcosa di simile. Non sarei più
stato degno di vivere». (...)”
[tratto da P. Chiodi, Banditi, Einaudi, 1975]
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“(...) È una Costituzione che apre le vie verso l’avvenire, non voglio dire rivoluzionaria, perché
rivoluzione nel linguaggio comune s’intende qualche cosa che sovverte violentemente ma è una
Costituzione rinnovatrice, progressiva (...)”
[Discorso sulla Costituzione del prof. Piero Calamandrei agli studenti di Milano, 26 gennaio 1955]
Il Regno d'Italia ereditò dal Regno di Sardegna lo Statuto Albertino
nome scelto da Carlo Alberto in quanto "costituzione" suonava troppo giacobino
era una legge concessa e flessibile
ossia era il re a deciderne il destino
mentre dopo il referendum la Repubblica ora va fondata
e la Costituzione non può più essere calata
dall'alto di una sovranità alata
va invece elaborata dall'Assemblea che dal basso è stata votata
evitando la dittatura in ogni manifestazione
come abuso dell’esecutivo o come discriminazione
per sesso, razza, lingua, religione, opinione o condizione
grazie al diritto all'occupazione
Togliatti Palmiro, "Ercoli" pseudonimo da clandestino
succeduto a Gramsci alla guida del partito
propose di scriver "Repubblica di lavoratori"
bocciata per timore di far favori alle classi inferiori.
"Ma, dimentichi che fu un burattino di Stalin
girando lo sguardo anche da reati micidiali
come l'omicidio del trotzkista spagnolo Andreu Nin
che nel '37 venne ucciso dall'NKVD!"
Certo non fu un sicario ma è ardua giustificarlo
col clima persecutorio che lo convinceva a farlo
era tanto colto quanto ambivalente
come nel dibattito dell'Assemblea Costituente in cui difende
un socialismo democratico senza rivoluzione
ossia la democrazia come agone in cui raggiungere
l'egemonia ma fu un'illusione
e gli elettori in quell'arena restarono gladiatori
ma almeno nella Costituzione
il suo intervento si sente particolarmente nella sezione
sulla struttura economica mista della nazione
che egli vide come un'occasione di progresso e sulla "Carta" aveva ragione
è anche per lui se l'articolo 36 da diritto al lavoratore
a una retribuzione
in proporzione al suo lavoro e in ogni caso sufficiente
a formare famiglie libere in grado di vivere dignitosamente
e se al 38 i cittadini inabili, infortunati o malati
come anziani e disoccupati van sussidiati
così come gli altri articoli che limitan la proprietà privata
che può essere in certi casi espropriata
certo, intanto fu autore dell'amnistia già citata
ma anche lì il suo contributo fu la parte più sensata
legge concordata col Governo e quindi manipolata e forzata
fino a far perdere senso al compromesso
lo stesso destino subì la legge fondamentale
e ci vollero quasi 10 anni per attuare
udienze della Corte Costituzionale
e poi altri 15 per avviare il voto regionale
in quest'ultimo caso non fu di certo un caso
si temeva di consegnar le regioni ai nemici dei padroni
e così tanti altri articoli sono ancora programmi
tutti da compiere: quanto lavoro abbiam davanti!
A render possibili quelli economici
fu la convergenza tra i due mondi ideologici
i comunisti richiedevano più intervento statale
in accordo con alcuni cattolici e anche qualche liberale
in fondo già
nel Codice di Camaldoli la dottrina cristiana prevedeva la tutela
della persona con la sua proprietà
ma limitata dalla giustizia sociale: solidarietà e carità
e anche questo era l'effetto di un economista e manager dell'IRI:
Paronetto, uno degli uomini vicini
a Beneduce, ispirò il Codice nel '43
e un altro grande economista: Federico Caffè
fu consulente di Ruini
colui che guidò i 75 deputati incaricati di scrivere i primi
progetti che poi emendati sono diventati
la Costituzione keynesiana come gli uomini citati
io ho un'idea di che cosa penserebbero vedendo
le riforme costituzionali che stanno tradendo
lo spirito di ogni articolo
come l'81 ossia il bilancio dello Stato oggi de-keynesizzato
ma almeno stavolta voglio sorvolare sull'attuale
tornando al passato non per nostalgia o rimpianto materiale
si stava peggio ma quel clima intellettuale
lasciava speranze a chi voleva rovesciare il Capitale.
“Guarda che i nostri nonni si son spaccati le schiene!”
Lo ripetono per farci amare le nostre catene
le stesse che molti nonni speravano di spezzare
in quell’anno elettorale che mi accingo a narrare.
“(...) E a sapere intendere dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane. Quando io leggo (...)
nell’articolo 11: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la
patria italiana in mezzo alle altre patrie: ma questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini (...) o
quando io leggo, a proposito delle forze armate: “l’ordinamento delle forze armate si informa allo
spirito democratico della Repubblica”, l’esercito di popolo: ma questo è Garibaldi! (...) Grandi voci
lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue e quanto
dolore per arrivare a questa Costituzione! (...)”
[Discorso sulla Costituzione del prof. Piero Calamandrei agli studenti di Milano, 26 gennaio 1955]
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“(...) Alla sezione di Via Asmara vota l’Onorevole Giulio Andreotti: il Sottosegretario alla Presidenza
è manifestamente fiducioso. (...)”
[La settimana Incom 00148 del 23/05/1948; 18 aprile: l'Italia alle urne]
Il 18 aprile del '48 si vota
per la prima volta in una Repubblica ancora ignota
"con Cristo o contro Cristo" questo è lo slogan
della Chiesa che con gli USA e la DC forma il Gotha
le sinistre sono pronte alla ribalta
ma in caso di vittoria comunista salta l'accordo di Yalta
pensa alla Grecia: anche lì l'epurazione promessa
venne dismessa e la resistenza repressa
per questo nacque una guerra civile ma Stalin
restò fedele all'accordo del '44 sulle percentuali
in cui la Grecia era nell'orbita degli angloamericani
e fu così che vennero sconfitti comunisti e partigiani
ma in Italia il timore era su altri fronti
del tipo: "ma se vince il PCI l'America ci toglie i fondi?"
il Piano Marshall è già un ricatto del Capitale
mentre la neonata CIA finanzia la campagna elettorale
chissà in caso di sconfitta cosa avrebbero inventato
dai brogli a un colpo di stato armato, Gladio
e anche Pio XII
con i comitati civici di Gedda plasmò le masse ossia l'esito
dell'elezione in cui dopo la scissione
i socialisti si allearono a Togliatti in quella polarizzazione
che segnava il nuovo ordine mondiale
guerra fredda: o con Stalin o con il Capitale
ma il socialismo russo non era reale
era accumulazione primitiva di capitale brutale
Bordiga che diede vita al PCd'I nel ‘21
lo disse ma venne emarginato e trattato da "Zì nisciuno"
Guareschi pubblica Don Camillo proprio in quei mesi
anni dopo criticò i cattolici difesi
alla fine prevalse di 20 punti la DC
e governò poi per 40 anni a partire da lì
generando il paradosso di una democrazia
monopartitica quasi quanto l'odiata autocrazia
qui troviamo uno dei semi della nostra corruzione
ed è proprio l'esclusione di Peppone.
14 luglio, il piombo di destra ritorna colpendo
Togliatti che con la Iotti stava uscendo dal parlamento
e a poche ore dal ferimento
"il furore dilaga in città" è il momento
di completare l'epurazione con l'insurrezione
son giorni di agitazione, decine di industrie al nord sotto occupazione
a Torino viene persino sequestrato
l'amministratore delegato della FIAT poi liberato
perché appena Togliatti torna a parlare
non cavalca la protesta ma l'arresta forse per evitare
una rivolta e morti utili soltanto a dare
argomenti polemici ai chierici e al Capitale
ma per molti marxisti è un traditore
per altri la vittoria di Bartali fu un'arma di distrazione.
"Io ho letto che la polizia era ancora scarsa,
e in caso di rivolta non avrebbe di certo frenato la massa!"
Bah dimentichi che l'anno dopo è nata la Nato
e che l'Italia è sempre stata una base dell'alleato
ciò che accadde in Grecia nel dopoguerra
poteva poi ripetersi anche qui: non è nostra la nostra terra!
“(...) I pupi aspettano che mamma, divenuta elettrice, ritorni balia.”
[La settimana Incom 00148 del 23/05/1948; 18 aprile: l'Italia alle urne]
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De Gasperi V-VII (48-53)
05:34
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“Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale
cortesia, è contro di me: è soprattutto la mia qualifica di ex nemico che mi fa considerare come
imputato (...)”
[La settimana Incom 00021 del 29/08/1946; la conferenza della pace: De Gasperi a Parigi]
Nato nel Tirolo italiano, sotto il dominio asburgico
da subito vicino all'ambiente liturgico
da giovane partecipa a proteste studentesche
della minoranza italofona che lo investe
segretario del Partito Popolare Trentino
eletto nel parlamento austriaco in cui rimane sino
all'annessione della regione all'Italia è il '19
quando segue don Luigi Sturzo il "prete sinistro" che muove
critiche al fascismo ma è fuori dal tempo
perché il suo partito vota la fiducia a Benito seguendo
il Vaticano e ciò spinge Sturzo a dimettersi
diviene segretario Alcide ma poi nemmeno lui vuole flettersi
alle leggi fascistissime e nel '27 è arrestato, incarcerato
e graziato restando sorvegliato
ed è così che durante il conflitto armato
riunisce la politica cristiana sotto lo scudo crociato
il resto l'abbiam visto, Ministro e poi capo del Governo
che abbandona le sinistre e mantiene alleanze atlantiste
mentre all’interno ha già capito
che i voti non sono tutto conta il Capitale ossia il “quarto partito”
in breve negli anni della ricostruzione
al nord prosegue l’industrializzazione e al contrario nel meridione
una stagione di riforme come quella agraria
insieme alla Cassa del Mezzogiorno in parte varia il volto dell'Italia
finiva l'agricoltura estensiva
espropriati fondi a grandi proprietari li si offriva a aziende familiari
ma l'azione non era propulsiva
era solo sull'agricoltura, infrastrutture civili e stradali
mancavano investimenti industriali
solo più tardi in quel deserto sorgeranno le note cattedrali
come quella aperta da Nitti nel 1904
poi chiusa in ossequio all'UE nel '94
il sud doveva esportare solo il lavoro
e col suo poco capitale comprare più merci al nord e non prodursele da solo
un modello di espansione
guidato in gran parte dall'esportazione del settentrione
che può competere con l'estero perché dispone
di una disoccupazione che abbassa i salari con l'emigrazione interna
e il sindacato in accordo col padronato
licenziamenti politici e il proletariato schedato
più tecnologie avanzate
per produrre beni di consumo per le economie europee più agiate
tutto ciò fornisce il quadro indegno
che solo rese possibile il boom economico a fine decennio
per fare una sintesi del lustro in cui ha governato
De Gasperi ha restaurato più di quanto ha riformato
solo dopo aspri dibattiti avviò riforme sociali
ma insufficienti per le ricadute occupazionali
in parte eserciti industriali si assorbivan
con il piano keynesiano di Fanfani di edilizia abitativa
mentre Vanoni aumentava le entrate
imponendo le dichiarazioni dei redditi prima mai compilate
e la compagnia del petrolio
fu affidata per essere liquidata a Mattei ma egli si oppose all'oligopolio
delle sette sorelle fondando l'ENI
ma i suoi piani caddero con il suo aereo in uno dei tanti misteri
è quasi certo che furon mani mafiose
come per Mauro De Mauro giornalista che sapeva troppe cose [nostre]
di certo dopo Mattei scompare la sua visione
ma rimangono i mezzi: la corruzione.
E nel marzo ‘53: temendo l'elezione imminente
De Gasperi vara la legge truffa ossia un largo premio di maggioranza
per la coalizione vincente
Scelba è scelto come proponente
si dice che persino lui si oppose ma niente
il presidente del Senato si dimise ma niente
al suo posto venne Ruini che alla fine ultimò gli scrutini
ma è evidente che nemmeno l'ex Presidente
della Commissione per la Costituzione poteva arginare lo sdegno crescente
e come il Po nel '51 è esondato con l'alluvione
Parri lasciava i Repubblicani e con Calamandrei fondava un partito
da micro-percentuale ma sufficiente a bloccare
il premio truffaldino per la coalizione
tutto ciò va ricordato per mettere anche le ombre nel quadro
che a De Gasperi viene troppe volte dedicato
del cristiano deluso dal Papa che contro i comunisti
voleva allearsi con i monarchici e i neofascisti
nell'elezione romana:
"Proprio a me, un povero cattolico della Valsugana, è toccato dire no al Papa."
O deluso dalla questione triestina, a lui vicina
ma che importa? Conta che sia ricordato chi poi ha lottato
come i 6 che nel '53 son morti sotto i colpi
del Governo Militare Alleato
o europeista deluso dal fallimento della CED
ma gli equilibri internazionali
cambiano dopo che il 5 marzo del '53 muore Stalin
e il timore della guerra in Corea
che aveva oliato l'integrazione militare europea
d'altronde il primo trattato firmato nel dopoguerra [Bruxelles] aveva scopi militari:
tutti contro Stalin
nei suoi discorsi De Gasperi ha una visione
il perno dell'integrazione deve esser la partecipazione
senza la democratizzazione
l'Europa diventerebbe fonte di - cito - "imbarazzo e oppressione"
ma intanto tornando a ciò che abbiam lasciato
il piombo colpiva chi si ribellava dal contado al sindacato
come a Modena l'eccidio delle fonderie riunite
la polizia uccide 6 operai e duecento persone ferite
poi Ravenna, Venosa, Ragusa anni di repressioni
fino all'apice: '60, Governo Tambroni.
Io per tutto questo e non solo
li chiamo "anni di piombo" e i settanta invece "anni del tritolo"
in quanto la nota tensione iniziò con un'esplosione
mentre il piombo è sullo sfondo già dalla ricostruzione.
“ (...) «... mò c’hanno pure il radiogrammofono.»
«E te, teg l’è no la casa?»
«E la chiami casa questa? Du camere e cucina, eccole lì.»
«E non mangi tutti i giorni?»
«Come no? Patate, patate la mattina e patate la sera me so ingrassata che paro ‘na botte, fra un
po’ me devo fà allargà tutto, non lo so io!»
«Ma ti te’l set che Gaetan i fa la borsa nera?»
«Fossi bono tu a falla!»
«Io mi contento di quello che guadagno.»
«Ecco e noi seguitiamo a magnà patate che ce fanno tanto bene!»
«Si mangia patate, si fa economia.»
«Ecco... se magnamo pure l’economia pe’ companatico!»”
[Abbasso la miseria!, film di Gennaro Righelli, Domus Film, 1945]
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